Nevica, nevica. E fa freddo. Ma qui si svolge un'attività febbrile...
Se siete arrivati su questo blog perché avete seguito il link che vi è arrivato per posta elettronica, forse già saprete qualcosa di questo progetto ostello.
Se invece siete arrivati qui per caso, vi informiamo subito: da anni andiamo predicando che questa casa, già osteria e negozio unico della frazione, diventerà una struttura ricettiva, ma un po' diversa dalle solite. Per risparmiare tempo e fiato illustravamo l'idea facendo riferimento a quella magnifica esperienza che è Salecina, che abbiamo amato visceralmente, e che ci ha ispirato in questa impresa, tanto da definire questa nostra "cosa" come "la piccola Salecina dell'appennino".
L'avevamo chiamato ostello autogestito, e avevamo pure un sito, aggiornato con una flemma assoluta... In realtà i lavori sono stati molti, e andranno avanti ancora per un po'; ma sembra di vedere una piccola luce in fondo al tunnel, e quindi vogliamo cominciare: siamo pronti.
Primo passo: associarsi
Per prima cosa, costituiremo un'associazione, con lo scopo di raccogliere intorno a questo progetto persone in grado di apprezzare questo "tipo particolare di vacanze", vissute nella consapevolezza di far parte di una comunità di persone che decide spontaneamente di passare del tempo libero insieme, ed è disposta a condividere le incombenze e le responsabilità che l'appartenere a questa comunità comporta. E soprattutto anche di condividere i piaceri che discendono dall'appartenere a una comunità di persone libere, che si riconoscono come tali.
Dove si trova e come sarà l'ostello
L'ostello si trova in Valtaro, medio appennino, a metà strada tra Parma e La Spezia. Comune Valmozzola, frazione Pieve di Gusaliggio. E' la vecchia locanda del paese, che fungeva anche da negozio. Verrà gestito come casa per ferie, formula che consente di snellire alcuni passaggi burocratici e gestionali, e soprattutto lascia possibile l'impegno diretto degli ospiti nella sua gestione. Ad esempio, chi sa cucinare potrà metter mano ai fornelli e preparare per tutti; chi non se la sente darà una mano riordinando... chi sa far qualcosa d'altro - ballare, cantare, andare a funghi, giocare a tressette, recitare poesie - potrà (tentare di) coinvolgere gli altri ospiti in queste attività.
Massima libertà, quindi, nel rispetto del minimo di regole per la buona convivenza; e una gestione aperta a tutti.
Quanto costa
Chi usufruirà della struttura pagherà un'importo che verrà destinato alla copertura delle spese vive, alla retribuzione del lavoro di chi sarà presente perché tutto questo possa andare avanti - non bastando il solo lavoro volontario degli ospiti - e per la costituzione di un piccolo fondo per la manutenzione ordinaria della struttura e per far fronte ad eventuali imprevisti, e magari anche per intraprendere qualche azione concreta nel sociale o per l'ambiente (un'associazione non può, per legge, e giustamente, conseguire un profitto. Anche al suo scioglimento gli eventuali disavanzi devono essere impiegati a beneficio della collettività).