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martedì 31 gennaio 2017

30/31 gennaio 2017 - SANT'ORSO

 Altro che mercatini di Natale...


Per più di mille anni, alla fine del mese di gennaio,  artigiani, allevatori, pastori sono scesi da tutti gli angoli della Vallèe ad'Aosta per celebrare la Foire de St. Ours, la fiera di Sant'Orso. Che per emblema ha un gallo, chissà perché. Che si svolge nel periodo più freddo dell'anno, ancora molto prima dell'inizio dei lavori necessari alla ripresa primaverile dell'attività agricola e pastorale. Ai tradizionali protagonisti del commercio vallivo che popolavano le edizioni nel passato si sono affiancati artisti, piccole e grandi aziende,  associazioni. E tanti, tanti produttori del settore alimentare. Anche se ormai "contaminata" dalla modernità, questa storica ricorrenza rimane un appuntamento importante per una comunità che in passato ha dovuto confrontarsi con il difficile ambiente alpino. A noi offre la possibilità di curiosare tra i banchi dei produttori locali, e di visitare la piccola capitale delle Alpi.

AGGIORNAMENTO POST-EVENTO 

Già in Valle dal venerdì, abbiamo colto l'occasione della favorevole condizione meteo-nivometrica di domenica 29 per andare a fare una breve escursione in media valle, dalle parti di S. Denis, ridente località sul versante sinistro della Valle, ben esposta a sud. Siamo tra Chatillon e Nus, per citare nomi di paesi più conosciuti). L'intera area presenta un clima incredibilmente secco, che non ci aspetteremmo di trovare sulle Alpi.


Circa 8 secoli fa gli abitanti di questa valle hanno iniziato a  realizzare dei canali di irrigazione che portassero l'acqua captata nelle zone più piovose a nord, al di là del naturale spartiacque. Si chiamano ru, e sono lunghi parecchi chilometri, realizzati e mantenuti in efficienza grazie allo svolgimento di corvèes.
Rimandiamo per una trattazione più completa al sito di Enea Fiorentini, molto ben curato ed esaustivo, che costituisce una bella introduzione a questo affascinante argomento.
 
 
 Tutto questo per dire che il nostro itinerario si è svolto inizialmente lungo  il Ru de Marseiller, fino ad un'area interessata da un'attività estrattiva poco appariscente cessata non molti anni fa; per poi chiudere l'anello passando per il bel castello di Cly. Come al solito: da un lato chi lavora duro, e rende la Terra abitabile; dall'altro, chi sfrutta il lavoro degli altri, e si fa la bella "casa".


Un bell'assaggio delle forme di convivenza tra uomo e l'ambiente che hanno percorso l'intera storia della Val d'Aosta, e che ci ripromettiamo di approfondire in futuro.

E poi, lunedì, la Foire.

Siamo andati sul presto, prima delle 9; ma già i parcheggi esterni erano quasi pieni,  tanto da farci paventare la folla spaventosa che effettivamente abbiamo incontrato in seguito.

Siamo comunque riusciti a dare un'occhiata alle molte bancarelle di piccoli artigiani e produttori, trovando tutti gli oggetti che fanno parte dell' immaginato valdostano: lavori in legno, in vimini, in cuoio, molto spesso fatti davvero bene, di foggia tradizionale o che con la tradizione non c'entrano nulla; comunque belli.



Accanto a questi, anche l'esposizione di attrezzi e macchine per la lavorazione del legno, la movimentazione terra, dalla zappa al dumper gigantesco. C'è davvero di tutto.

















Presenti numerose bancarelle alimentari di tipo"romagnolo", che offrivano salsicce, salami, porchetta e via dicendo. Poco "tradizionali", anche se di conforto. 


Notevole la vera "oasi" costituita dal mercato coperto, quasi deserto, vista l'occasione. Raccomandabile per sottrarsi, almeno un po', alla calca.



Dare un'occhiata al settore alimentare della Foire vuol dire soprattutto frequentare i banchetti dei piccoli produttori locali, quelli che davvero vivono in montagna e di montagna, producendo formaggi, miele, marmellate e tutto quanto viene da un'agricoltura quasi impossibile, che esprime vero amore per la terra. Sappiamo quanta passione, quanta dedizione ci vuole: abbiamo visto amici abbandonare la città per spostarsi qui per fare gli apicultori e agricoltori, e nel contempo sistemare una casa e metter su famiglia. 


Molte storie sono simili a questa, anche se noi non sappiamo raccontarle.
Ad ogni Foire sono in tanti a presentare i frutti commestibili del loro lavoro. Tra le moltissime occasioni d'assaggio ne raccontiamo una sola: abbiamo gustato i diversi sapori dei formaggi ottenuti con il latte prodotto in momenti diversi, nei vari alpeggi che coprono l'intera fascia altimetrica. Diverse quote, diverse erbe, diverso latte... quindi, diverse Fontine. E chi ci pensava? Questa ricchezza la ritroviamo ovunque: nelle marmellate, nei mieli e in tutti i prodotti che vengono dall'agricoltura vera, una ricchezza che può addirittura sopraffarci. Un bell'antidoto contro la banalizzazione del cibo cui la troppa consuetudine con gli scaffali della grande distribuzione ci ha condannato. 

Cercheremo di ricordarcene ogni giorno!



















4 commenti:

  1. Dove si tiene la fiera? Molto carina! Grazie Orso! ;-)

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  2. La "vera" fiera si svolge ad Aosta, ma c'è un "prequel" tradizionale a Donnaz a metà gennaio; da qualche anno, per non farsi mancare nulla, anche un "sequel" estivo, più indirizzato ai turisti. Guarda qui: http://www.fieradisantorso.it/programma.htm
    Ciao

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  3. Ciao! Ma siete andati alla fiera? Qualche foto.... Un saluto

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  4. Post aggiornato col resoconto: buona lettura!

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