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mercoledì 4 ottobre 2017

Il cane Angelo, il veterinario di Gastone, i diritti delle rocce


1 - Angelo, cane di strada

Qualcuno sicuramente conosce questa storia: Angelo è il nome che è stato dato a un cane "di nessuno", che viveva in un paesino del nostro profondo sud. Ci ha vissuto, come può vivere un cane randagio, in un modo che forse noi non riusciamo a immaginare.
Angelo è stato assassinato da quattro ragazzi di quel paesino, forse annoiati, forse titolari di vite ancora più inutili di quella della loro vittima (che un po' d'amore l'ha sicuramente donato a qualcuno, in cambio di una carezza, di un pezzo di pane raffermo). E poi, sprovveduti e stupidi, hanno pubblicato il video in rete.
Naturalmente si è scatenato un putiferio su questa cosa, perché giornalisti alla ricerca dello scoop si sono avvoltoiati su questo fatto. Chi ha detto "era solo un animale", chi ha detto "sono bravi ragazzi", chi ha detto "dovremmo fare a loro quello che loro hanno fatto a quel povero cane"... una cosa del genere scatena grandi emozioni; e ci mancherebbe altro.
Se il metro di paragone sono i video delle violenze praticate su altri esseri umani, questo che mostra le sevizie a un cane potrebbe anche essere considerato spettacolo da educande (io non mi sono sentito di vederlo, forse perché lo sguardo di quel cane nelle immagini che hanno riempito il web è molto simile a quello della mia cucciola).
Possiamo sgravarci la coscienza sostenendo che quei quattro farabutti sono le mele marce, e che la società nel suo complesso è sana: in fondo ci sono state manifestazioni a cui hanno partecipato moltissime persone, e un giovane filmaker si è fatto promotore di una raccolta di fondi che gli ha consentito di  girare un cortometraggio su Angelo, perché la memoria di quest'atrocità non vada persa, perché quelle immagini siano un punteruolo nella coscienza delle persone.

Come Associazione abbiamo partecipato versando un piccolo contributo per la realizzazione del cortometraggio.

Tutto a posto, allora? 
No, per niente. Continuate a leggere.

2 - Il veterinario del cane Gastone 

Qui non è morto nessuno, ma credo che il giramento di palle provato da quel veterinario di Viterbo che ha salvato dalla strada un bel cagnone randagio (la storia la trovate qui), e che invece di essere ringraziato dalla sua amministrazione comunale per averla aiutata a contrastare il flagello del randagismo, è stato considerato da quell'ottusissima burocrazia colpevole di un misfatto che gli ha procurato una bella multarella, neanche fosse quel celebre scroccone di Aieie Brazo.
Qualcuno ha iniziato una raccolta firme per chiedere la revoca della multa, ma mi sembra che da troppo tempo il contatore sia fermo. Cosa vuol dire questo? Temo significhi che la storia del buon veterinario non interessi a molti, perché in fondo si trattava solo di firmare, roba da pochi minuti. Certo che la multa non gliela toglieranno, ma sant'iddio, si trattava solo di testimoniare solidarietà a uno che ci ha messo la faccia (e il portafoglio). Dove stanno tutti?




*****  Aggiornamento del 10 ottobre 2017  *****
Il nostro Gastone ha trovato una famiglia che lo ha preso con sé, e sta bene.
Almeno quello.
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Ma non è finita qui. Continuate a leggere.





3 - I diritti delle Rocce

Questi sono "effetti speciali", guardate.
Una quarantina di anni fa, quando frequentavo un corso di introduzione all'alpinismo, lessi su una rivista del CAI proprio questo titolo: I diritti delle rocce. Incuriosito, me lo lessi; si trattava della traduzione di un lavoro di Roderick Nash, che mi impressionò veramente. Conservai abbastanza gelosamente quella rivista, che finì smarrita in uno dei vari traslochi che dovetti affrontare nel tempo.

Ma Internet è grande, e Google è il suo profeta! Qualche mese fa mi venne in mente quell'articolo, feci la ricerca, et voilà! Lo trovai sul sito di Alessandro Gogna,  attento alpinista e intelligente commentatore delle cose di montagna e del mondo, che ci ha reso un gran servizio rimettendolo a disposizione di tutti. Tranquilli, qui non farò altri "pipponi", non parlerò di Nash, né degli altri pionieri dell'ambientalismo americano, perché in realtà non li conosco e ci sono già molti siti che ne parlano, come questo. Voglio solo condividere una riflessione - non per vanità di pubblicazione, ma perché penso che possa essere uno spunto per quanti prestano attenzione alle sorti del nostro pianeta.
La lettura di quell'articolo ha plasmato i miei modi di vedere il mondo e di comportarmi nei suoi confronti. Senza azioni spettacolari, nella quotidianità: la raccolta differenziata il compostaggio sul balcone, l'attenzione all'uso delle risorse, la ricerca del non-spreco, nel rispetto verso animali, piante... e sì, anche verso i sassi. Nella ricerca, e a volte anche nella percezione della bellezza del Mondo.
Così ora vedo un unico filo rosso che parte da quel dodicenne che ero, meravigliato dalle scoperte che faceva nella sua vita da boy-scout, magari attonito sotto il nerissimo cielo di montagna "come ormai non se ne vedono più" pieno di stelle da far quasi paura, fino al sessantenne che sono ora, che prova a testimoniare la sua "dedizione alla causa" anche mantenendo una colonia felina e facendo la guardia ecologica volontaria (perché purtroppo mi tocca dar piena ragione al Nash qui sotto).
"In realtà non è la natura che ha necessita di venire gestita (dopotutto lo ha fatto da sola e piuttosto bene per un paio di miliardi di anni), ma sono le persone"

Senza false modestie direi che non mi sono comportato poi così male in questi anni, anche se certamente questo non ha cambiato molto. Però sono stupito (e si, anche un po' amareggiato) nel vedere con quale disinvoltura la maggior parte delle persone non sente intimamente avversione per il modo in cui viene continuamente maltrattata la natura (cioè gli animali, le piante, le rocce, il paesaggio... e anche  gli altri uomini, ovvio).  Magari se lo fanno gli altri, si, arriva anche a indignarsi; ma poi nella vita di ogni giorno le sue piccole cazzate le fa, eccome. Ed è proprio questo che fa la differenza e la farà sempre più in futuro.
Cosa ne pensate? E soprattutto: cosa pensate di fare?

2 commenti:

  1. Caro Izio, condivido i tuoi stessi valori, lo sai. Sono convinta che ognuno di noi può fare piccole rivoluzioni ogni giorno, anche con gesti semplici che diventano spesso positivamente "contagiosi". La natura è un dono immenso e complicato per l'uomo, ma lei è ingenua nella sua devastante bellezza, così come Francesco d'Assisi, che amo citare proprio oggi, non per scopi religiosi, ma per i fondamentali insegnamenti che ci ha lasciato, ha saputo celebrarla.

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  2. Sono Mario Repetto (Genova) socio dell'Associazione Ostello
    Condivido (stranamente...) in pieno le osservazioni di tutti e 3 i punti. Purtroppo i fatti negativi si ripetono nonostante gli sforzi a volte titanici di una minoranza con scarsissimo potere e che può giusto contare sull'esempio (ecco il bisogno di coerenza), spesso vanificato appunto dai più penetranti pensieri (viziati da forti interessi) dei media, opinione pubblica, maitre a penser, politici da strapazzo, ecc. Fortuna che ogni tanto emergono degli anticorpi (questo blog, il film su Angelo, ecc.) che ci confortano e ci danno un po' di speranza x continuare a battagliare e cercare di vivere al meglio in armonia con uomini e natura. (Per inciso, domenica 8 ottobre è la GIORNATA NAZIONALE DEL CAMMINARE)
    Mario

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